Storia
L'Archivio Storico della Città di Savigliano, uno dei più preziosi e completi del Piemonte, conserva in base alla normativa vigente i documenti dell'archivio comunale relativi all'attività amministrativa anteriore all'ultimo quarantennio.
Fra le serie archivistiche più preziose si possono citare le deliberazioni consiliari giunte fino a noi, salvo poche lacune, a partire dal 1368, i catasti presenti a partire dal 1370, la serie Pergamene e carte sciolte (di cui fa parte la pergamena del 1227 contenente la dedizione degli uomini di Manta di Saluzzo alla città di Savigliano, il più antico documento conservato) e infine il materiale iconografico, mappe e disegni, di cui alcuni esemplari risalenti alla metà del XVI secolo.
L’Archivio Storico Cittadino custodisce anche altri archivi provenienti da enti e istituti del territorio soppressi, frutto di donazioni o concessi in comodato d’uso, come l’Archivio dell’Ente Comunale di Assistenza, l’Archivio della famiglia Santa Rosa e l’Archivio Storico dell’Ospedale SS. Annunziata di Savigliano
Le più antiche carte dell'archivio storico comunale erano conservate anticamente presso il convento saviglianese di S. Domenico e riposte in un cofano chiuso da tre serrature.
Dopo il 1467 l'archivio fu trasferito presso la torre civica e alla fine del secolo in una sala attigua al palazzo comunale (attuale palazzo Miretti), dove furono allestiti alcuni armadi in noce tuttora utilizzati per la conservazione di parte del materiale.
A seguito del trasferimento avvenuto nel 1930 degli uffici comunali nell'attuale sede, l'ex scuola elementare maschile di corso Roma, l'archivio storico fu collocato al secondo piano dell'edificio.
Negli ultimi anni la crescita costante del materiale documentario e la necessità di disporre di nuovi spazi per l'archivio di deposito ha reso necessaria l'individuazione di una nuova sede. A partire dalla fine del 2000 hanno avuto inizio le operazioni di trasferimento dell'archivio storico nell'attuale sede al primo piano dell'ex convitto civico, sopra la Biblioteca Civica. La nuova sede dell'Archivio Storico è stata inaugurata il 22 settembre 2001.

Il deposito dell'Archivio Storico Comunale con gli armadi lignei, di cui alcuni risalenti alla fine del XVII secolo.
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Sigillo del cardinale Richelieu in una lettera del 1640.
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Frammento miniato di codice trecentesco.
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Stemma comunale, legenda e manicula in un disegno a china acquerellato del 1709.
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Edificio
L’attuale edificio fu costruito intorno alla metà del secolo XVII sulle ceneri di un precedente convento distrutto dall’esercito francese al fine di ricavarne materiale per le fortificazioni della Città. Furono ricostruiti il dormitorio, la chiesa cui si aggiunse il campanile, portato a termine tuttavia solo nel '700.
A seguito della soppressione degli ordini religiosi, attuata dal governo francese nel 1802, i Padri, già gravati pesantemente dai debiti, dovettero abbandonare per sempre il convento e la chiesa venne adibita a magazzino.
Nel 1823 il convento fu acquistato dal Regio Ospizio di Carità, che vi aprì una manifattura. Divenuto nel 1835 lazzaretto per i malati di colera, fu acquistato in seguito dall’amministrazione comunale che ne atterrò il campanile e affittò la chiesa come fienile militare. Negli anni successivi l’edificio, cui si aggiunse nel 1861 la manica che fiancheggia la strada, ebbe molteplici destinazioni d’uso fino a diventare nel 1928 sede del Convitto di Scarnafigi, del Convitto Civico 'Arimondi' e infine, nel 1934, del Convitto Arcivescovile denominato 'Dario Pini'.
Con l’entrata in guerra dell’Italia, l’Amministrazione Militare richiese i locali del convitto per adibirli nuovamente a reparto dell’Ospedale Militare e solo nel 1941 il Comune tornò in possesso dell’edificio, convenzionandosi con i Padri Rosminiani per la gestione del Convitto Civico, che sarà mantenuta fino al 1943.
A partire dagli anni ’70 è stato trasferito presso il complesso conventuale di S. Agostino il Civico Istituto Musicale G. B. Fergusio, negli anni ’80 la Biblioteca Civica e nel 2001 l’Archivio Storico Comunale. In concomitanza con le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia sarà realizzato il recupero architettonico della chiesa, al fine di trasferirvi preziosi fondi librari e archivistici tra cui l’Archivio e la Biblioteca Santa Rosa e la Biblioteca della famiglia Tapparelli d’Azeglio.

L’ex convento di S. Agostino, sede del convitto Dario Pini, in una cartolina degli anni '30.
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Lo scalone interno del convitto Dario Pini.
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