ALBERI E SICCITA'
Il problema riveste tutti i Paesi del Mondo, Italia compresa e anche il nostro piccolo comune, Savigliano: i cambiamenti climatici in atto stanno facendo morire parecchi alberi e tanti sono comunque in sofferenza, dopo questa estate in cui si sono registrati un aumento delle temperature medie, scarsissime piogge, ondate lunghe di calore.
La diminuzione della pioggia, unita alle alte temperature registrate, ha portato anche a una riduzione dell’attività fotosintetica delle piante (e quindi di CO2 assorbita), fino a portare in grave sofferenza gli alberi cittadini.
Ecco perché a esempio i Liquidambar radicati in fondo a corso Roma hanno le foglie annerite nel contorno o il salice piangente (da alcuni anni detto “l’albero dei Gufi”) presso il piazzale De André, è in grave sofferenza e con ogni probabilità è destinato a morire. Risulta impossibile bagnare tutti gli alberi proprio in questo periodo di carenza idrica, e una irrigazione saltuaria comunque non basterebbe. Inoltre, anche eseguendo bagnature di soccorso, le cose non migliorerebbero: un conto infatti è la mancanza di acqua, un altro è il calore, al quale non si può porre rimedio ed al quale effetto gli alberi non trovano scampo. Come semplice esempio per comprendere il problema si tenga a mente cosa accade se una persona va un giorno al mare in una giornata di sole estivo: posso bere tutto il giorno, ma alla sera la mia pelle è scottata; ebbene gli alberi non hanno la crema solare e non possono difendersi, con conseguenti colpi di calore, scottatura della corteccia e morte dei tessuti cambiali.
Bisognerà rivedere le specie da inserire nei vari parchi, viali e alberate, mettendo a dimora specie più resistenti (che risentono meno degli effetti della siccità) e più resilienti (che hanno maggiori capacità di riprendersi dopo eventi siccitosi), in modo da sfruttare meglio l’acqua e i minerali del suolo, mettendole più distanziate in modo che abbiano più luce e non si rubino i nutrienti a vicenda.
Naturalmente questi problemi non riguardano solo le alberate e le piante nei parchi cittadini, ma anche i pochi boschi di pianura e lungo Maira, Mellea e Varaita, con incalcolabili danni su biodiversità, sequestro del carbonio e paesaggio (basti pensare i due violentissimi temporali, nelle giornate del 22 luglio e del 12 agosto 2020, che hanno abbattuto parecchie centinaia di vecchi e grandi alberi, molti isolati nelle campagne, altri lungo le sponde dei fiumi, nei parchi e nel viale della Sanità).
Non resta che tentare di mitigare gli impatti del cambiamento climatico, anche a livello locale, cambiando i nostri valori e stili di vita, in termini personali, quotidiani, culturali: cambiare i propri consumi, usare energie rinnovabili, mangiare meno carne … e soprattutto chiedere a tutti i livelli che si piantino nuovi alberi.