I Pnön di Levaldigi - Comune di Savigliano (CN)

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I Pnön di Levaldigi

 

 


Il Dott. Riccardo LAGORIO

I “Pnön” sono “autentici gioielli che parlano della storia di un preciso e ben limitato territorio” (come ebbe a dire Riccardo Lagorio - massimo esperto e consulente “De.Co.” per il Comune di Savigliano - in una lettera scritta nel 2007 al responsabile dell’Ufficio Agricoltura comunale dell’epoca Piergiorgio Bertola). Si tratta dei biscotti storicamente prodotti a Levaldigi, la principale frazione di Savigliano, di cui rappresentano il dolce tipico.

I pregiati biscotti vengono realizzati dai levaldigesi e dai suoi produttori esclusivamente nei forni della frazione di Levaldigi con ingredienti molto semplici: farina di frumento, burro, scorza di limone, uova fresche non pastorizzate, miele (in sostituzione, può essere usato anche lo zucchero), armelline o mandorle. I “Pnön” possono essere consumati da soli oppure inzuppati nel vino moscato tipico del Piemonte.

Nel 2008 i “Pnön di Levaldigi” hanno ottenuto il riconoscimento “De.Co.”, con il quale il Comune di Savigliano intende proteggere e promuovere il prodotto, espressione valorizzante del territorio.

 


Locandina della 1ª sagra dei Pnön di Levaldigi.

Confezioni di Pnön di Levaldigi.

 


Presentazione dei "Pnön di Levaldigi" alla 439ª Fiera Fredda - Borgo San Dalmazzo 4/8/2008.

 


Sabato 27 settembre 2008 - Conferimento ai produttori saviglianesi dell'attestato di attribuzione alla "De.Co.".

 


Sabato 27 settembre 2008 - Un momento della cerimonia di consegna.

 


I "Pnön di Levaldigi" dalla caratteristica sagoma a pennone.

 

CENNI STORICI

Il termine in lingua piemontese pnön significa “pennone”, oggetto saldo, che sorregge vessilli, simbolo al contempo di fermezza e impassibilità.

Tale appellativo risalirebbe al 1681, anno in cui Levaldigi si preparava a ricevere reliquie di Martiri Cristiani che Monsignor Maurizio Bertone, vescovo di Fossano, aveva in quel tempo eletto a patroni. La popolazione aveva per l’occasione addobbato strade e case con lunghi pali lungo tutto il percorso della processione, ai quali aveva appeso pennoni colorati.

Nella località di Levaldigi questa espressione gergale ha successivamente caratterizzato il biscotto locale, soprattutto a partire dalla metà dell’Ottocento, verosimilmente per la sua croccantezza e tenacia.

Documenti presenti presso la famiglia levaldigese Cravero hanno ricondotto l’identità dell’elaborato all’esperienza e alla perizia di tale Giovanna Fissolo, nata nel 1823. La Fissolo, il cui padre, fornaio, aveva seguito Napoleone nelle campagne militari, ereditò e proseguì il mestiere di famiglia dimostrando una notevole intraprendenza.

Testimonianze riportate nella suddetta documentazione narrano che la Fissolo sfornasse questo dolcetto per la ricorrenza di determinate festività, in particolare quella dei "Corpi Santi", ma anche nei giorni feriali quando autorità e nobili percorrevano la strada che da Torino conduceva a Cuneo, Nizza e in Francia. Sfruttando la strategica posizione geografica, con il passare degli anni la località divenne famosa tanto quanto il suo dolcetto. La ricerca storica ha inoltre evidenziato l’esistenza di ricette manoscritte d’inizio secolo XX, quando ormai i pnön avevano raggiunto una certa notorietà, diffusa in tutte le famiglie della contrada.

La Fissolo tramandò l’arte di fare il biscotto in Levaldigi al bisnipote Stefano Colonna, che sino ad epoca recente ha mantenuto aperta la propria attività, della quale i pnön costituivano il fiore all’occhiello. Esistono dunque tracce molto evidenti dell’appartenenza del rinomato biscotto al territorio di Levaldigi. Certo è che l’originale venisse elaborato in occasione della festività dei "Corpi Santi", mentre oggi viene realizzato tutto l’anno. Il dato caratteristico rilevante è che le famiglie levaldigesi abbiano tramandato anche in forma scritta  una ricetta dai contenuti del tutto simili, che rappresenta il minimo comun denominatore della comunità.

 

 BREVE RASSEGNA STAMPA STORICA

 

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